giovedì 30 dicembre 2010

chi dice cosa

oggi il sole splendeva sull'asfalto umido, in strada mi immergevo nel bianco della luce  mi sentivo così vicino alle nuvole, le mie amate nuvole, che credevo cirri ma in realtà si chiamano cumuli nembo.. 
..ma forse non si chiamano neppure così.. di sicuro però non cirri!


scatole di diversa materia e dimensione ma di identica natura. cosa ha prodotto l'umanità: SCATOLE!
scatole da millenni, per lo più ortogonali, entro e attorno cui architettare strategie e percorsi finalizzati ad un quieto vivere.. che tutto sommato il tanto biasimato Fourier (caro giovane in tempi non poi così lontani) s'era avvicinato a questa realtà più di altri..
ma qui scatole per contenere altre scatole entro cui corpi morbidi camuffati da vesti in trame ortogonali, posizionano altre scatole che contengono altre scatoline più piccole o infine oggetti, custoditi nel segreto della casa labirinto..



mi guardo intorno mentre giro sulla Strada o sto all’aperto: ovunque scatole di tanti tipi diversi. alcune mi sorpassano altre le sorpasso io, altre sono immobili molto più ampie di quelle che sfrecciano su ruote. ovunque si elevano scatole più o meno mastodontiche che contengono altre scatole più piccole, a loro volta composte da scatole che ne contengono altre, fino ad arrivare ad una grandezza tale per cui, fra le scatole più piccole, disposte all’interno del perimetro di un numero variabile di scatole comunicanti tra loro, si possano aggirare uno o più corpi morbidi privi spigoli retti: tutto ciò che resta di naturale in queste carceri labirintiche che celebriamo con il sacro cemento. anche gli alberi e le loro fonde per potersi manifestare qui e là devono prima essere stati vidimati in forma virtuale all’interno di progetto d’arredo urbano.
e i nostri corpi morbidi e privi di ortogonalità apprezzabili alla vista o al tatto, sono  inevitabilmente ricoperti, camuffati, sotto strati di stoffe dalle trame ortogonali, e cucite in base a modelli organizzati per genere e taglia.
si certo: cosa è naturale e cosa non lo è.. ..suppongo, però, che l’angolo retto prima di aver visto la luce del sole abbia visto quella della ragione naturalmente umana.

3 commenti:

  1. questi per lo più i temi dialogici fra tre personaggi all'interno di un boudoir. i tre sono: una vecchina afasica di nome Utopia, un mostro antropomorfo che noi volgiamo tellurico di nome Asterione, ed un essere umano x tra i 25 e i 35 anni (forse qualcosa di più ma sicuramente non di meno..)
    e allora chi dice cosa e come si possono sviluppare le argomentazioni?
    saluti e sorrisi

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  2. oggi il sole splendeva sull'asfalto umido,mi immergevo nel bianco della luce sentendo così vicino le nuvole, le mie amate

    nuvole. Credevo fossero cirri ma in un'altra realtà si chiamano cumuli nembo..
    ..ma forse non si chiamano neppure così..però non cirri!


    scatole di diversa materia e dimensione ma sempre scatole. cosa ha prodotto l'umanità: SCATOLE!
    scatole da millenni, per lo più ortogonali, entro e attorno cui architettare strategie, percorsi finalizzati ad un quieto

    vivere.. che tutto sommato il tanto biasimato Fourier (caro giovane in tempi non poi così lontani) ne era assorbito più di

    altri.
    qui, scatole, per contenere altre scatole, entro cui corpi morbidi, camuffati da vesti in trame ortogonali, posizionano

    altre scatole che contengono altre scatole più piccole o infine ogetti. Nulla, custodito nel segreto della casa

    labirinto...

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  3. Dialogo basato sulla supposizione che il labirinto, luogo fisico materiale si trasfiguri in un labirinto interno in cui un inconsapevole io-ragazzo, cerchi il risveglio di una coscenza altra.
    Asterione è la società decisa a divorare la coscenza del ragazzo.


    U:costruzione, silenziosa, edificio su edificio. Schiere di materiali edili, pronti all'uso o già usati. Mura etro cui

    scavalcare altre mura.

    A:Lo sento chiaramente! E' l'odore.. Si! E' l'odore della paura. Un sudore ghiacciato. Mi punge le nari. Quale fantastica

    traccia la sorte mi presenta.

    R: Dove sono finito? Perduto? in uno spazio, indefinito, disciolto in questo sudario. Devo forse togliere queste umide

    bende?

    U:Che tu tolga o no queste bende, la posizione di te nello spazio non cambia.

    A:ed è quella posizione che ti distingue dagli altri. Ed anche tu la spostassi, ormai la scia è stata tracciata.


    Utopia: come dubbio!
    Asterione: come speranza
    Ragaz: Incoscienza

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