..ma forse non si chiamano neppure così.. di sicuro però non cirri!
scatole di diversa materia e dimensione ma di identica natura. cosa ha prodotto l'umanità: SCATOLE!
scatole da millenni, per lo più ortogonali, entro e attorno cui architettare strategie e percorsi finalizzati ad un quieto vivere.. che tutto sommato il tanto biasimato Fourier (caro giovane in tempi non poi così lontani) s'era avvicinato a questa realtà più di altri..
ma qui scatole per contenere altre scatole entro cui corpi morbidi camuffati da vesti in trame ortogonali, posizionano altre scatole che contengono altre scatoline più piccole o infine oggetti, custoditi nel segreto della casa labirinto..
mi guardo intorno mentre giro sulla Strada o sto all’aperto: ovunque scatole di tanti tipi diversi. alcune mi sorpassano altre le sorpasso io, altre sono immobili molto più ampie di quelle che sfrecciano su ruote. ovunque si elevano scatole più o meno mastodontiche che contengono altre scatole più piccole, a loro volta composte da scatole che ne contengono altre, fino ad arrivare ad una grandezza tale per cui, fra le scatole più piccole, disposte all’interno del perimetro di un numero variabile di scatole comunicanti tra loro, si possano aggirare uno o più corpi morbidi privi spigoli retti: tutto ciò che resta di naturale in queste carceri labirintiche che celebriamo con il sacro cemento. anche gli alberi e le loro fonde per potersi manifestare qui e là devono prima essere stati vidimati in forma virtuale all’interno di progetto d’arredo urbano.
e i nostri corpi morbidi e privi di ortogonalità apprezzabili alla vista o al tatto, sono inevitabilmente ricoperti, camuffati, sotto strati di stoffe dalle trame ortogonali, e cucite in base a modelli organizzati per genere e taglia.
si certo: cosa è naturale e cosa non lo è.. ..suppongo, però, che l’angolo retto prima di aver visto la luce del sole abbia visto quella della ragione naturalmente umana.
e i nostri corpi morbidi e privi di ortogonalità apprezzabili alla vista o al tatto, sono inevitabilmente ricoperti, camuffati, sotto strati di stoffe dalle trame ortogonali, e cucite in base a modelli organizzati per genere e taglia.
si certo: cosa è naturale e cosa non lo è.. ..suppongo, però, che l’angolo retto prima di aver visto la luce del sole abbia visto quella della ragione naturalmente umana.
questi per lo più i temi dialogici fra tre personaggi all'interno di un boudoir. i tre sono: una vecchina afasica di nome Utopia, un mostro antropomorfo che noi volgiamo tellurico di nome Asterione, ed un essere umano x tra i 25 e i 35 anni (forse qualcosa di più ma sicuramente non di meno..)
RispondiEliminae allora chi dice cosa e come si possono sviluppare le argomentazioni?
saluti e sorrisi
oggi il sole splendeva sull'asfalto umido,mi immergevo nel bianco della luce sentendo così vicino le nuvole, le mie amate
RispondiEliminanuvole. Credevo fossero cirri ma in un'altra realtà si chiamano cumuli nembo..
..ma forse non si chiamano neppure così..però non cirri!
scatole di diversa materia e dimensione ma sempre scatole. cosa ha prodotto l'umanità: SCATOLE!
scatole da millenni, per lo più ortogonali, entro e attorno cui architettare strategie, percorsi finalizzati ad un quieto
vivere.. che tutto sommato il tanto biasimato Fourier (caro giovane in tempi non poi così lontani) ne era assorbito più di
altri.
qui, scatole, per contenere altre scatole, entro cui corpi morbidi, camuffati da vesti in trame ortogonali, posizionano
altre scatole che contengono altre scatole più piccole o infine ogetti. Nulla, custodito nel segreto della casa
labirinto...
Dialogo basato sulla supposizione che il labirinto, luogo fisico materiale si trasfiguri in un labirinto interno in cui un inconsapevole io-ragazzo, cerchi il risveglio di una coscenza altra.
RispondiEliminaAsterione è la società decisa a divorare la coscenza del ragazzo.
U:costruzione, silenziosa, edificio su edificio. Schiere di materiali edili, pronti all'uso o già usati. Mura etro cui
scavalcare altre mura.
A:Lo sento chiaramente! E' l'odore.. Si! E' l'odore della paura. Un sudore ghiacciato. Mi punge le nari. Quale fantastica
traccia la sorte mi presenta.
R: Dove sono finito? Perduto? in uno spazio, indefinito, disciolto in questo sudario. Devo forse togliere queste umide
bende?
U:Che tu tolga o no queste bende, la posizione di te nello spazio non cambia.
A:ed è quella posizione che ti distingue dagli altri. Ed anche tu la spostassi, ormai la scia è stata tracciata.
Utopia: come dubbio!
Asterione: come speranza
Ragaz: Incoscienza