giovedì 30 dicembre 2010

chi si esprime in questi termini?

avendo modo di proferire chiederei ragioni in merito agli spostamenti di sostanze, alle loro conseguenze, con la deliziosa gioia di fantasticare su ragioni e scopi e ultime intime conseguenze di siffatti traffici.
penso alle forme di vita biologiche che ci hanno preceduto, penso alle foreste giurassiche, alle mastodontiche, divinamente mostruose e telluriche creature che solcavano la via con i loro pesanti passi.. cosa resta di quelle zampe, della coesione cellulare di quelle giganti creature in queste di oggi, ottimizzate in sempre più minute spoglie, le microscopiche catene a doppia elica che ci legano a questo stesso moto.
penso alle spoglie degli antenati, penso al luogo, cerco di immaginare il momento in cui in cui il pianeta ha deciso di aprirsi e richiudersi a serbare nello scrigno più intimo quelle spoglie per cullarle nella quiete della sua propria carne, fra le zolle del suo proprio corpo.
Lì trovano riposo gli antenati, sciolti in un tutt'uno che potenza nera di fuoco, ciò che di loro resta è serbato nello scrigno di questo grande corpo dal quale tutti gli altri derivano: un fluido oleoso come il sangue nero come il buio e infiammabile come gli animi delle persone innocenti in virtù della deflagrante ignoranza, innocenza che deflagra in mano armata per ragioni di rappresentanza.. ma su di questo, che in realtà è l'ultimo fine del mio discorso, il cardine cui il mio altrove tenta di non rivolgersi ad accarezzare un suo possibile e sostenibile orizzonte, non voglio tornare ora qui fra noi, forse con loro, ma in un lontano poi..
qui voglio raccontare di quel nero fluido infiammabile che è potenza di fuoco, che è memoria di vita e che lì dove viene a nascere è anche potenza di vita.
Ora penso alla bella società civile, la legittima discendente di quella illuminata, quella che si muove oggi sulla superficie e che con il suo lungimirante sguardo sta contagiando le lungimiranze di culture un tempo altre.
La bella società civile ha messo i guanti in lattice e con camice e ammennicoli di natura tecnologica ha fatto ciò da secolo da lei si attendeva, non è proprio la ragione quanto un ben dosato miscuglio di scienza, lessico, ingordigia e tracotanza, ecco gli strumenti che hanno squarciato il velo della dea bendata. Qualcuno nel '900 sosteneva che dietro quel velo erano le sembianze di un cadavere, un allegorico teschio che rivelava la sua gioiosa e macabra danza, a me piace immaginare che il dietro quel velo il volto di luce bianca si sia mutato in dissolvenza a luce nera e si sia sciolto in liquame sgorgando dalla cornice del volto in mille inesauribili rivoli, fiotti e cascate, la dea putrefatta è ora disciolta sulla terra intera, a creare una superficie liminale tra la terra e il cielo, in modo che le cose siano ben separate, ordinabili e che la suola si possa posare sull'asfalto nero..
letteralmente oggi camminiamo sui nostri antenati, letteralmente oggi respiriamo la combustine dei loro cadaveri.
E ora sorrido che se con passione tento di immaginare quali scopi avesse avuto il pianeta nell'organizzare in quei precisi luoghi quel preciso materiale che aveva prodotto dalle spoglie delle sue creature, di sicuro quello che ne sta facendo la bella società civile è stato così creativo da sembrare un grottesco racconto di fantasia.

chi dice cosa

oggi il sole splendeva sull'asfalto umido, in strada mi immergevo nel bianco della luce  mi sentivo così vicino alle nuvole, le mie amate nuvole, che credevo cirri ma in realtà si chiamano cumuli nembo.. 
..ma forse non si chiamano neppure così.. di sicuro però non cirri!


scatole di diversa materia e dimensione ma di identica natura. cosa ha prodotto l'umanità: SCATOLE!
scatole da millenni, per lo più ortogonali, entro e attorno cui architettare strategie e percorsi finalizzati ad un quieto vivere.. che tutto sommato il tanto biasimato Fourier (caro giovane in tempi non poi così lontani) s'era avvicinato a questa realtà più di altri..
ma qui scatole per contenere altre scatole entro cui corpi morbidi camuffati da vesti in trame ortogonali, posizionano altre scatole che contengono altre scatoline più piccole o infine oggetti, custoditi nel segreto della casa labirinto..



mi guardo intorno mentre giro sulla Strada o sto all’aperto: ovunque scatole di tanti tipi diversi. alcune mi sorpassano altre le sorpasso io, altre sono immobili molto più ampie di quelle che sfrecciano su ruote. ovunque si elevano scatole più o meno mastodontiche che contengono altre scatole più piccole, a loro volta composte da scatole che ne contengono altre, fino ad arrivare ad una grandezza tale per cui, fra le scatole più piccole, disposte all’interno del perimetro di un numero variabile di scatole comunicanti tra loro, si possano aggirare uno o più corpi morbidi privi spigoli retti: tutto ciò che resta di naturale in queste carceri labirintiche che celebriamo con il sacro cemento. anche gli alberi e le loro fonde per potersi manifestare qui e là devono prima essere stati vidimati in forma virtuale all’interno di progetto d’arredo urbano.
e i nostri corpi morbidi e privi di ortogonalità apprezzabili alla vista o al tatto, sono  inevitabilmente ricoperti, camuffati, sotto strati di stoffe dalle trame ortogonali, e cucite in base a modelli organizzati per genere e taglia.
si certo: cosa è naturale e cosa non lo è.. ..suppongo, però, che l’angolo retto prima di aver visto la luce del sole abbia visto quella della ragione naturalmente umana.